Casier il fascino del fiume
Non c’è modo migliore e affascinante per un turista che voglia sottrarre una piccola parte del proprio tempo da dedicare ai monumenti alla scoperta della natura (della quale chi abita Treviso può facilmente godere a patto che sia disposto a fare solo pochi chilometri fuori la cinta muraria) che scoprire, (come fanno i trevigiani canonicamente quando spunta il primo sole in primavera o quando esso illumina le giornate più fredde), le suggestioni della Restera, il percorso ciclo pedonale che senza troppa fatica, grazie ad una camminata che può durare poche ore e protrarsi a volontà (a seconda del passo) anche molto di più, porta dal centro di Treviso al vicino porticciolo di Casier e oltre.
Null’altro è che un’alzaia, l’argine sul quale una stradella in terra battuta serviva, un tempo lontano, ai barcaroli per trascinare con cavalli e buoi e robuste corde i burci, barconi a chiglia piatta utili a trasportar granaglie.
L’ideale punto di partenza per il curioso è rappresentato dal Ponte Dante in città per superare le mura e percorrere viale Tasso, dove le cosiddette “Alzaie” accolgono ufficialmente chi decide di costeggiare le rive del Sile per fare scoperte inimmaginabili. E’ uno stupore continuo, alimentato di passo in passo da anse una diversa dall’altra, ponticelli da attraversare, luoghi incredibili da scorgere segnando i punti cardinali di una geografica della memoria che prevede di ritrovare vecchi mulini dismessi (come quello Mandelli), segnando al contempo nozioni di archeologia aziendale. Da un argine c’è la possibilità di godere delle bellissime facciate delle Ville Valier e Barbaro. Occasioni per confondere lo specchio lento del fiume con gli alberi che gli fan da corona come le quinte di un meraviglioso palcoscenico. Passando oltre il Ponte dea Goba e il Rio Storga ad un certo punto a destra di un ponticello pedonale a schiena d’asino, si scopre un braccio secondario del fiume, quel Sile Morto che conduce alle cave fatte di ghiaia denominato Lago Verde, meta di pescatori e di curiosi. Chi ha voglia di proseguire però è premiato. E’ proprio nel Comune di Casier che un Sile fattosi ampio e tranquillo, in una sequenza di canne e piante acquatiche di tutte le specie, diventa inedito Cimitero dei burci i barconi ormai inutili, fatti sprofondare, che suggestionano il visitatore ed evocano chissà quale tremendo evento meteorologico. Ma non ci fu alcuna tempesta. Solo il desiderio di lasciare al fiume quelli che un tempo erano strumenti di lavoro preziosi ed oggi sono relitti divenuti ricovero privilegiato di pesci ed uccelli grati per tale abbandono. In particolare folaghe, tuffetti e cigni, che sono divenuti i nuovi protagonisti di un autentico angolo di paradiso.
Le passerelle in legno, i tratti lungo il fiume ad un passo dall’acqua continuano per chilometri. Ma chi ha passo lento può anche fermarsi alla chiesa di Casier, che è piccolo porto alle barche che cercano da lì il mare aperto che è più in là e del turista che gode della bellezza del posto e di una sosta meritatissima.